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    Ipertrofia Prostatica Benigna

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PATOLOGIE IN UROLOGIA

Ipertrofia prostatica benigna


COLLEGAMENTI RAPIDI

patologie in UROLOGIA

Ipertrofia prostatica benigna


COLLEGAMENTI RAPIDI

Anatomia

La prostata è una ghiandola presente solo nel maschio, dal peso di circa 20 grammi, situata nella pelvi al di sotto della vescica; al centro essa è attraversata dalla prima porzione dell’uretra, un piccolo condotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno durante la minzione.  La funzione della prostata è quella di produrre la gran parte del liquido seminale, che viene riversato nell’uretra prostatica durante l’eiaculazione. E’ quindi un organo essenziale per la funzione riproduttiva maschile. Al contrario, la prostata non partecipa alla funzione della erezione peniena e dell’orgasmo. Questa ghiandola può andare incontro a diverse patologie, le più frequenti delle quali sono le prostatiti, l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) ed il tumore della prostata.

Anatomia

La prostata è una ghiandola presente solo nel maschio, dal peso di circa 20 grammi, situata nella pelvi al di sotto della vescica; al centro essa è attraversata dalla prima porzione dell’uretra, un piccolo condotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno durante la minzione.  La funzione della prostata è quella di produrre la gran parte del liquido seminale, che viene riversato nell’uretra prostatica durante l’eiaculazione. E’ quindi un organo essenziale per la funzione riproduttiva maschile. Al contrario, la prostata non partecipa alla funzione della erezione peniena e dell’orgasmo. Questa ghiandola può andare incontro a diverse patologie, le più frequenti delle quali sono le prostatiti, l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) ed il tumore della prostata.

Definizione

Definizione

L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia piuttosto comune e colpisce i soggetti di età superiore ai 40-50 anni. Si tratta di un ingrossamento (adenoma) della parte centrale della ghiandola, che causa una modificazione di calibro dell’uretra prostatica che l’attraversa con un conseguente ostacolo al deflusso di urina al momento della minzione. Questo è il motivo della sintomatologia urinaria avvertita dai pazienti.

L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia piuttosto comune e colpisce i soggetti di età superiore ai 40-50 anni. Si tratta di un ingrossamento (adenoma) della parte centrale della ghiandola, che causa una modificazione di calibro dell’uretra prostatica che l’attraversa con un conseguente ostacolo al deflusso di urina al momento della minzione. Questo è il motivo della sintomatologia urinaria avvertita dai pazienti.

L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia piuttosto comune e colpisce i soggetti di età superiore ai 40-50 anni. Si tratta di un ingrossamento (adenoma) della parte centrale della ghiandola, che causa una modificazione di calibro dell’uretra prostatica che l’attraversa con un conseguente ostacolo al deflusso di urina al momento della minzione. Questo è il motivo della sintomatologia urinaria avvertita dai pazienti.

Sintomi

Sintomi

I sintomi più frequenti sono infatti la difficoltà ad urinare, l’ipovalidità del getto urinario, l’urgenza minzionale ed il bisogno di urinare di frequente, anche durante la notte. La malattia è progressiva, nel senso che con l’andare del tempo ad un ingrossamento progressivo della ghiandola corrisponde un aggravarsi della sintomatologia; non esiste sempre tuttavia una correlazione stretta tra dimensioni della prostata e sintomi, nel senso che ci sono anche soggetti asintomatici con una prostata molto grossa, così come soggetti con una prostata piccola che lamentano sintomi molto evidenti. Nella fase iniziale della malattia la vescica è in grado di compensare almeno parzialmente l’ostruzione perché, essendo un muscolo, può contrarsi con maggior forza permettendo all’urina di superare l’ostacolo. Col passare del tempo, però, la vescica si sfianca e comincia a venir meno al suo compito determinando difficoltà ad urinare ed possibile ristagno di urine in vescica che può causare infezioni alle vie urinarie, molto frequenti, dovute alla presenza di batteri in vescica. Se questa condizione non viene risolta, si può avere un danno funzionale alla vescica che può comportare, in casi estremi, la necessità di ricorrere a cateterismo vescicale definitivo.

I sintomi più frequenti sono infatti la difficoltà ad urinare, l’ipovalidità del getto urinario, l’urgenza minzionale ed il bisogno di urinare di frequente, anche durante la notte. La malattia è progressiva, nel senso che con l’andare del tempo ad un ingrossamento progressivo della ghiandola corrisponde un aggravarsi della sintomatologia; non esiste sempre tuttavia una correlazione stretta tra dimensioni della prostata e sintomi, nel senso che ci sono anche soggetti asintomatici con una prostata molto grossa, così come soggetti con una prostata piccola che lamentano sintomi molto evidenti. Nella fase iniziale della malattia la vescica è in grado di compensare almeno parzialmente l’ostruzione perché, essendo un muscolo, può contrarsi con maggior forza permettendo all’urina di superare l’ostacolo. Col passare del tempo, però, la vescica si sfianca e comincia a venir meno al suo compito determinando difficoltà ad urinare ed possibile ristagno di urine in vescica che può causare infezioni alle vie urinarie, molto frequenti, dovute alla presenza di batteri in vescica. Se questa condizione non viene risolta, si può avere un danno funzionale alla vescica che può comportare, in casi estremi, la necessità di ricorrere a cateterismo vescicale definitivo.

Indagini diagnostiche

Indagini diagnostiche

Per la diagnosi di questa patologia abbiamo a disposizione diversi strumenti:

• Esplorazione rettale: permette di palpare la prostata e di apprezzarne dimensioni e consistenza (una prostata dura o disomogenea può porre il sospetto per un tumore della stessa).

• Dosaggio del PSA: il PSA è una proteina prodotta dalla prostata che svolge una importante funzione per l’attività del liquido seminale. Viene dosato nel sangue dopo un normale prelievo; non è molto specifico per la malattia, ma solitamente nei pazienti affetti da IPB il suo valore risulta lievemente aumentato. Quando il PSA è aumentato è altresì indispensabile escludere la presenza di un tumore della prostata. Ricordiamo peraltro che può essere presente un tumore della prostata anche a fronte di valori normali di PSA.

• Ecografia trans-rettale: si inserisce una sonda nel retto e grazie a questa si possono visualizzare direttamente la prostata e l’adenoma, e definirne in modo preciso le dimensioni e l’eventuale presenza di aree sospette o patologiche.

• Uroflussimetria ed Esame Urodinamico: permettono di valutare il comportamento dell’apparato urinario durante la minzione. Danno informazioni circa l’entità e la velocità del flusso dell’urina, la funzione della vescica, ed altri parametri utili a quantificare la sintomatologia del paziente. Al termine  dell’Uroflussometria si può valutare anche il residuo post-minzionale, cioè la quantità di urina che resta in vescica al termine della minzione, che nel soggetto sano è nullo, mentre nel paziente affetto da IPB può raggiungere valori anche molto elevati.

• Esame delle urine: permette di evidenziare sia eventuali infezioni delle vie urinarie in corso, sia la presenza di sangue che può essere indicatore di altre patologie.

Per la diagnosi di questa patologia abbiamo a disposizione diversi strumenti:

• Esplorazione rettale: permette di palpare la prostata e di apprezzarne dimensioni e consistenza (una prostata dura o disomogenea può porre il sospetto per un tumore della stessa).

• Dosaggio del PSA: il PSA è una proteina prodotta dalla prostata che svolge una importante funzione per l’attività del liquido seminale. Viene dosato nel sangue dopo un normale prelievo; non è molto specifico per la malattia, ma solitamente nei pazienti affetti da IPB il suo valore risulta lievemente aumentato. Quando il PSA è aumentato è altresì indispensabile escludere la presenza di un tumore della prostata. Ricordiamo peraltro che può essere presente un tumore della prostata anche a fronte di valori normali di PSA.

• Ecografia trans-rettale: si inserisce una sonda nel retto e grazie a questa si possono visualizzare direttamente la prostata e l’adenoma, e definirne in modo preciso le dimensioni e l’eventuale presenza di aree sospette o patologiche.

• Uroflussimetria ed Esame Urodinamico: permettono di valutare il comportamento dell’apparato urinario durante la minzione. Danno informazioni circa l’entità e la velocità del flusso dell’urina, la funzione della vescica, ed altri parametri utili a quantificare la sintomatologia del paziente. Al termine  dell’Uroflussometria si può valutare anche il residuo post-minzionale, cioè la quantità di urina che resta in vescica al termine della minzione, che nel soggetto sano è nullo, mentre nel paziente affetto da IPB può raggiungere valori anche molto elevati.

• Esame delle urine: permette di evidenziare sia eventuali infezioni delle vie urinarie in corso, sia la presenza di sangue che può essere indicatore di altre patologie.

Terapia

Terapia

Gli obiettivi della terapia per l’ipertrofia prostatica benigna sono la risoluzione dei sintomi urinari, la prevenzione del danno vescicale e renale e, complessivamente, il miglioramento della qualità di vita del paziente.

Quando la malattia è in fase iniziale con sintomi irritativi e senza una chiara ostruzione urinaria, si può utilizzare una terapia medica, utilizzando farmaci che agiscono sui sintomi, migliorando cioè il flusso urinario (ad esempio i farmaci α-litici, come la Doxazosina, Alfuzosina, Tamsulosina, Terazosina) oppure quelli in grado di interferire con il processo di ingrossamento della ghiandola (gli inibitori delle 5-reduttasi, come ad esempio la Finasteride e la Dutasteride oppure alcuni derivati da vegetali).  Quando invece la malattia è caratterizzata da una chiara ostruzione urinaria è indicato l’intervento chirurgico, al fine sia di risolvere i disturbi del paziente sia, più importante, di proteggere la funzionalità vescicale e renale.

Gli obiettivi della terapia per l’ipertrofia prostatica benigna sono la risoluzione dei sintomi urinari, la prevenzione del danno vescicale e renale e, complessivamente, il miglioramento della qualità di vita del paziente.

Quando la malattia è in fase iniziale con sintomi irritativi e senza una chiara ostruzione urinaria, si può utilizzare una terapia medica, utilizzando farmaci che agiscono sui sintomi, migliorando cioè il flusso urinario (ad esempio i farmaci α-litici, come la Doxazosina, Alfuzosina, Tamsulosina, Terazosina) oppure quelli in grado di interferire con il processo di ingrossamento della ghiandola (gli inibitori delle 5-reduttasi, come ad esempio la Finasteride e la Dutasteride oppure alcuni derivati da vegetali).  Quando invece la malattia è caratterizzata da una chiara ostruzione urinaria è indicato l’intervento chirurgico, al fine sia di risolvere i disturbi del paziente sia, più importante, di proteggere la funzionalità vescicale e renale.

Intervento

Intervento

L’intervento consiste nell’asportazione dell’adenoma, cioè di quella parte della prostata che è responsabile dell’ostruzione. Per fare ciò è possibile avvalersi di diverse tecniche chirurgiche.

Per via endoscopica:

• Resezione trans-uretrale di prostata (TURP): si inserisce uno strumento nell’uretra, si risale fino alla prostata e si procede alla resezione mediante ansa diatermica della parte centrale della ghiandola, responsabile dell’ostruzione.

Per via tradizionale, a cielo aperto:

• Adenomectomia trans-vescicale: attraverso un taglio al di sotto dell’ombelico, si raggiunge la prostata attraverso la vescica, si scolla l’adenoma dalla capsula prostatica e lo si asporta. Questa è una tecnica di chirurgia tradizionale; attualmente questo approccio è riservato esclusivamente a prostate di dimensioni molto grandi (generalmente oltre 70 gr).

CONTATTI

N.B. Non è necessaria l’impegnativa del medico curante. Per ogni consulto si raccomanda di portare la relativa documentazione sanitaria di cui si è in possesso. 

Contattare

+39 3392910247  
Lun – Ven h  8.00 – 18.00

+39 3334928098 
Lun – Ven h 11.00 – 15.00

N.B. Non è previsto il ricontatto telefonico

Oppure scrivere a

prenotazione.libera@iov.veneto.it

N.B. Indicare il Professionista prescelto, Nome, Cognome o Dati dell’utente interessato, recapito telefonico per essere contattati.

Le richieste verranno prese in carico entro 72 ore lavorative.

Oppure presso

Sportello del CUP – libera professione dell’ Ospedale di Busonera 
LUN – VEN h 15.30 – 19:00
SAB h 09:00 – 13:00

N.B. All’Ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto non è presente uno sportello CUP – libera professione

www.urologia-andrologia.it | Antonio Amodeo specialista in urologia | Iscrizione all’ordine dei Medici e Chirurghi Venezia n. 6313

L’intervento consiste nell’asportazione dell’adenoma, cioè di quella parte della prostata che è responsabile dell’ostruzione. Per fare ciò è possibile avvalersi di diverse tecniche chirurgiche.

Per via endoscopica:

• Resezione trans-uretrale di prostata (TURP): si inserisce uno strumento nell’uretra, si risale fino alla prostata e si procede alla resezione mediante ansa diatermica della parte centrale della ghiandola, responsabile dell’ostruzione.

Per via tradizionale, a cielo aperto:

• Adenomectomia trans-vescicale: attraverso un taglio al di sotto dell’ombelico, si raggiunge la prostata attraverso la vescica, si scolla l’adenoma dalla capsula prostatica e lo si asporta. Questa è una tecnica di chirurgia tradizionale; attualmente questo approccio è riservato esclusivamente a prostate di dimensioni molto grandi (generalmente oltre 70 gr).

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Email: prenotazione.libera@iov.veneto.it

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Oppure presso

Sportello del CUP – libera professione dell’ospedale Busonera
Lun – Ven h 15.30 – 19:00
Sab h 09:00 – 13:00

N.B. All’Ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto non è presente uno sportello CUP – libera professione

 

 

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